giovedì 13 dicembre 2012

Come "evitare" la figura di merda del secolo

Autogestione nella mia scuola.
Che per chi non sappia cosa sia (esistono davvero queste persone) è come occupazione, solo che invece di starsene con le mani in mano gli studenti vanno ai collettivi, dei corsi organizzati da altri studenti in cui si suona, si fotografa, si disegna, si guardano film impegnativi, si riparano i banchi rotti, si ridipingono i muri.
Ero al collettivo di musica, nei sotteranei, quando decido di andare a disegnare al quarto piano.
Quindi esco, e dopo pochi metri sento un fischio assordante.
Non era l'allarme anti incendio, solo un fischio (non umano, eh). Un insistente, fastidioso, assordante, fischio.
Io e le persone intorno a me ci giriamo stupiti, cercando di capire cosa sia e da dove provenga, senza riuscirci.
Dopo un minuto buono decido di fregarmene e salgo le scale.
Arrivata al terzo piano dopo qualche minuto (avevo incontrato per le scale delle persone che conoscevo) incrocio l'ex rappresentante di istituto che, incazzatissimo, dopo qualche secondo inizia a chiedere cosa sia il fischio in questione alle persone vicino a lui, esclamando un
- Ma cos'è sto rumore? Non sono impazzito, lo sentite anche voi? Ragazzi, ma siete impazziti?
L'ultima frase l'ha urlata giù dalle scale rivolto a quelli del collettivo musicale, convinto che provenisse da loro. E magari scritto così sembra una cosa tranquilla, ma vi assicuro che era davvero incazzato.
Passo avanti, e vado a salutare degli amici al terzo piano.
Appena arrivata la gente inizia a notare il rumore, cosa strana visto che persisteva ormai da cinque minuti, accorrono bidelle con aria interrogativa e studenti spaesati. Tutti chiedono cosa sia davanti a me stupita, mentre continuo a ripetere che qualunque cosa sia continua da parecchio. Credo che una bidella abbia anche chiamato un tecnico o i pompieri.
Comunque, afferro una mia amica e mi dirigo verso il quarto piano, passando di nuovo davanti all'ex rappresentante di istituto che, incazzatissimo, mi urla:
- Sei tu!
- So io cosa?
- A fare il rumore!
Io in un primo momento lo guardo ridendo, perchè pensavo stesse scherzando.
- Ma come faccio ad essere io, scusa?
- Sei tu!
Poi vedo la sua faccia al limite dell'esplosione, quindi mi giro e mi allontano con la mia amica salendo le scale. Lei due scalini dopo mi guarda sbigottita e con la faccia di uno che ha appena scoperto che alla mattina mangio gattini pucciati nel latte mi fa:
- Ma guarda che sei tu davvero
- Che stai dicendo?
- Fidati, è il tuo cellulare!
- Ma se ce l'ho in mano! Non sta facendo niente!
- Ti giuro, è qualcosa nella tua borsa!
A questo punto eravamo al quarto piano, per fortuna deserto. Infilo una mano nella borsa, ed estraggo un megafono.

Piccola parentesi.
Il rappresentate d'istituto aveva chiesto di portare a scuola casse, microfoni o qualunque dispositivo di amplificazione avessimo, quindi mi sono portata dietro il mini megafono di mio fratello.

Ecco, non ho idea di come sia successo, ma è impazzito, e bloccato con il volume al massimo stava fischiando con tutta la sua forza.
Avrei voluto vedere la mia faccia quando mi sono resa conto in un secondo dell'accaduto. L'urlo di Munch non è nulla in confronto.
Ho afferrato l'amica per un braccio, sono entrata correndo in un aula vuota in cui ho provato a spegnerlo, per poi togliere le pile, mentre lei continuava a chiedermi come avessi fatto a non accorgemene.

Ecco, forse non ho dato un quadro abbastanza chiaro della situazione: quel fischio è durato una decina di minuti, l'ha sentito TUTTA la scuola da tutti i piani, ha fatto incazzare l'ex rappresentante, ha fatto chiamare i pompieri o nonhocapitocosa alle bidelle e fermato tutti i colletivi che si chiedevano cosa fosse.
In ogni caso, ho perso dieci anni di vita.

giovedì 29 novembre 2012

Intercultura e balle varie

Ciao, pirati! Che mi succede di recente?
Succede che sto pianificando l'anno prossimo. Sapete cosa sia intercultura? Per chi avesse risposto no, è un'associazione che organizza soggiorni di studio all'estero, consentendoti di fare anni scolastici fuori dall'Italia.
Oh si.
America.
Non ho scelto proprio intercultura, ma un'associazione diversa, per 3 principali motivi:
1) Con intercultura non ti mandano esattamente dove vuoi tu, devi fare una classifica con minimo 3 e massimo 10 scelte, quindi tu puoi mettere l'Australia al primo posto e ritrovarti imbarcato a tradimento su un aereo per Pechino (ed è successo).
2) Anche se avessi voluto farlo, comunque le iscrizioni sono già chiuse da qualche settimana.
3) Ho scritto tre motivi perchè suona più figo, ma non me ne viene in mente un terzo. E' il pensiero che conta, su. Non siate superficiali.
Il punto è che non sono ancora sicura al cento per cento, ma se aspetto che le iscrizioni chiudano ovunque non vado più e me ne pentirò fino alla fine dei tempi/ devo iscrivermi in una di quelle associazioni dove servono i big money, e mi tocca rapinare una banca.
Ho il colloquio l'11 dicembre e in teoria dovrei studiare come una dannata perchè mi faranno un test di inglese, in pratica mi limiterò a fare indigestione di film in lingua.
Sono sicura, sembre che venga presa, di finire negli Stati Uniti, ma sapete il problema?
Gli states sono 50. E, cosa che tutti tendono a dimenticare, comprendono anche Alaska e Hawaii, nei quale potrei tranquillamente finire. Farsi un anno alle Hawaii forse non è esattamente una cosa della quale lamentarsi, ma andare a farmi sgranocchiare le caviglie da qualche lupo/orso/igloo posseduto non è una prospettiva poi così attraente. Perchè per quanto con la mia associazione non corra il rischio di finire in Cina, in Germania o posti che non c'entrano nulla, non ho nessun potere decisionale sulla precisa destinazione finale.
E non è neanche finita qui.
Cercare una famiglia che dia la propria ospitalità a un'estraneo senza neanche essere pagata non è facile, quindi in teoria possono darmi la destinazione finale anche due giorni prima della partenza.
Capite? Io magari non compro nulla di particolare, e poi due giorni prima scopro che vengo mandata in mezzo al deserto a mangiare datteri con una famiglia di beduini che gioca a poker con i cammelli (questa forse è un tantino improbabile) o che in un posto dove in una giornata standard ci sono -30 gradi al sole.
"- Mamma, e se finissi in qualche posto esotico? Ho assolutamente bisogno di quel bikini e altre venitimila cose inutili che ilcielomicadaaddosso se sono scuse!"
Mh. Questo potrebbe essere un risvolto interessante.
Scusate, ora vado a rotolarmi nella mia americana disperazione (si, mi rotolo ovunque, abituatevi).

giovedì 1 novembre 2012

Siamo tutti morti, accettiamolo

- In pratica non è stato concepito come un film di animazione, è che degli artisti l'hanno rielaborato disegnando fotogramma per fotogramma sulla pellicola originale, capite?
- Ma di che sta parlando prof?
- Il film! Sto per farvi vedere un film!
Con queste parole il prof di religione è entrato in classe portando un computer sottobraccio, e senza spiegare nient'altro dopo aver armeggiato un po' ha girato lo schermo verso di noi, incitandoci a raggiungerlo.
Così, mentre dietro di me qualcuno rollava sigarette e qualcun'altro trascinava banchi, è partito quello che per me è un inno alle seghe mentali.
Il film inizia riprendendo due bambini che giocano con un coso non meglio definibile di carta, quello che tutti noi facevamo alle elementari mettendo insulti agli altri bambini, correndo ovunque da bravi scartavetrapalle mentre chiedevamo di scegliere un colore/numero. Fingerò di credere che abbiate capito. Comunque esce la frase "il sogno è il destino".
La scena si sposta su un ragazzo uscito da una stazione, che si fa portare in giro da un tassista con la macchina a forma di barca senza una meta. Da lì in poi la trama fa ciaociao, vengono inquadrati diversi personaggi sconnessi tra loro con cui parla, anche se in realtà sono più dei monologhi che trattano di argomenti complicati dai temi più strani. 
Il problema è che per quanto il sottofondo filosofico-malinconico sia molto interessante, lo stile del disegno distrae così tanto da farti perdere il filo di un discorso così impegnato.
Come ad un certo punto in cui un uomo parla in un bar, e la sua faccia continua a gonfiarsi e deformarsi, impedendoti di capire cosa stia dicendo, soprattutto se sei in una classe rumorosa.
Ma il punto che mi ha colpita di più è stato uno in cui il nostro anonimo protagonista dal femminile taglio di capelli era assente, e c'era un dialogo tra un'uomo e una donna sdraiati a letto.
Lui esordisce dicendo che ultimamente pensa sempre a una cosa che lei ha detto, cioè che lei si sentiva come se stesse vedendo la propria vita dall'esterno, come se fosse vecchia e stesse riguardando i propri ricordi durante un sogno.
Dice di aver letto su una qualche rivista scientifica che dopo la morte l'attività celebrale continua per circa sei-sette minuti, in stato onirico.

Voi avete mai avuto questa sensazione? 
E se stessimo sognando? Se stessimo in realtà ripercorrendo la nostra vita mentre siamo così vicini alla sua fine? 
Se ci pensate, quando la mattina ci si riaddormenta dopo essersi svegliati per poi alzarsi definitivamente, spesso capita di fare in un minuto dei sogni molto articolati, certamente più lunghi del tempo passato effettivamente addormentati.
Setti minuti di sonno possono equivalere a una vita intera?

martedì 23 ottobre 2012

Impassibile stupidità matematica

Mettiamola così: qualunque entità barbuta che sieda da qualche parte su una nuvoletta intenta a sgranocchiare pop corn mentre controlla le nostre vite, in un momento di noia ha sparso per la mia vita persone ritardate come coriandoli a carnevale.
Ora esamineremo la strana forma di vita a base di carbonio e indifferenza che è la mia prof di matematica.
Due premesse:
1) Cambio quasi tutti gli anni quasi tutti i prof, quindi la conosco da appena due mesi
2) La sua esmplare stupidità non mi dispiace più di tanto, perchè avendo io una paura che sfiora i limiti dell'imbarazzo nei confronti degli esercizi alla lavagna e una simpatica discalculia galoppante sempre al mio fianco, il fatto di avere una prof che non sa relazionarsi con la classe gioca a mio favore, relegandomi al dolce far nulla.

Vi propongo una situazione tipica della mia classe durante matematica.
E vi basta pensare che io sto scrivendo tutto questo al primo banco davanti al suo naso, eh.
Un ragazzo dietro di me ha appena chiesto alla prof, urlando, se trovi legale il suo modo di spiegare.
Nessuna reazione. Che strano.
All'inizio dell'ora, ad esempio, c'eranoi tre ragazzi di un'altra classe seduti con nonchelance  insieme a noi, che si sforzavano, provocando la la prof, di fare i deficienti.
Non so che reazione si aspettassero, se consideriamo che sono entrati in classe ballando davanti ai suoi impassibili occhi, ma tralasciamo. Dopo una decina di minuti in cui la prof non aveva ancora finito di fare l'appello e loro avevano esaurito l'inventiva riguardo alle stronzate da fare
Nonono aspettate, lo stesso ragazzo di prima sta spiegando le teorie di Anassagora a uno dall'altra parte della classe, urlando per cercare di sovrastare il rumore da pollaio di sottofondo. La prof lo richiama pigramente, e lui fingendo di aver capito che la prof stesse dicendo che si sbagliava, esclama un "Ma è vero, prof! Anassagora era quello che pensava che il principio di tutto fossero le omeomerie!". Nessuna reazione. Il simpaticone continua a spiegare alla prof.
Questa donna ha i riflessi della più sveglia delle mattonelle, gente.
Dicevo?
Ah, si.
Se quei tre se ne sono andati, è solo perchè la prof tanto non li stava richiamando in nessun modo. Quindi il maschio alfa fa la cosa più ovvia in questo caso, ovvero si alza, infila volutamente il piede nel cestino, gira un po' in tondo davanti alla cattedra mentre bestemmia ripetutamente con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, poi esce, seguito dagli altri.
Nessuna reazione. Ohmachestrano.
Il modo in cui ignora bellamente l'essere presa per il culo è qualcosa ai limiti dell'immaginazione.
Andrei avanti con le meravigliose-avventure-della-donna-che-non-reagiva (un giorno ci farò una sigla, non dubitatene) ma la sua allegra e squillante esasperatamente lenta voce da fiera donna di Neanderthal ci ha avvisato che è finita l'ora, quindi forse continuo un'altra volta.
Mangiate tre porzioni di frutta e verdura al giorno e una di polinomi, mi raccomando :3

domenica 21 ottobre 2012

Sono tornata, macheculo!

Si, so di non avere scusanti per la mia assenza.
La vedete quella persona infilata in un costume da palma lì in fondo a sinistra?
No che non sono io che mi nascondo dalla vergogna, come vi viene in mente?
E' che d'estate non ho proprio avuto internet, e da settembre in poi tre mesi di assenza mi sembravano già troppi e siokaynonsotrovarescuse.
Ultimamente non ho perso tutto il mio tempo guardando complusivamente le prime due serie di scrubs. No.
bla bla bla.
Ma tanto ho la sensazione di leggere solo io il mio blog, quindi alla fine è ininfluente, mh?
In ogni caso questo era solo un timido modo per fare capolino da dietro la mia vergogna, ma ricomincerò a scrivere a breve anche con un cambio di grafica.
Saluto mamma e tutte le persone che mi seguono da casa, la squadra di salto alla corda, i miei compagni del corso di asfaltazione e le fatine dei boschi, grazie per essere sempre presenti :')

lunedì 25 giugno 2012

Il mio sesto senso mi avvisa dell'imminente suono della sveglia

Sono le 5:37 del mattino e sto ancora cercando di addormentarmi.
Per darvi un'idea, non ho ancora chiuso occhio e l'alba fa capolino fuori dalla mia finestra, con la chiara intenzione di sfottermi; i piccioni copulano allegramente sui cavi del telefono.
Perché devo avere un senso di colpa così dannatamente sviluppato? E soprattutto, perché do più retta ai consigli degli amici che a quelli del mio cervello? Si, vi parlerei di tutti i miei problemi d'ammmore, ma questo non è un blog serio, quindi niente. Morirete tormentati dal dubbio (e dalle zanzare).
Ora sono sdraiata sul mio letto, a fissare un enorme cuscino con la faccia di topolino, che segretamente ride sotto i baffi. 
Piantala di tirartela, topolino, che sei ancora sul mio letto solo perché sei il regalo del fidanzatino delle elementari.
...
Ma no, non dicevo sul serio! Non piangere, ti prego! Io ti voglio bene per quello che sei! Come potrei vivere senza la tua scomoda imbottitura bitorzoluta? Vuoi un fazzoletto? Okay, okay, è tutto finito. Tranquillo.

Oh si, questo è l'effetto dell'insonnia, preoccupatevi.
E il primo tram del mattino sta sfrecciando sulle rotaie dietro l'angolo, ciao 16.
Userei per la prima (e probabilmente ultima) volta nella mia vita la bussola dell'iPhone per scoprire in quale stanza andare a vedere che sorge il sole, solo che non mi ricordo se era a est.
Era a est?
Mega domandona dell'estate, il primo che mi da la risposta giusta vince un'applauso.
E si, sono in una situazione troppo penosa per inserire un finale figo.
Quindi inserisco un askarrambadd, che non fa mai male.

sabato 16 giugno 2012

L'autoipnosi cambierà la realtà

No, stamattina non hanno appeso i tabelloni.
Stamattina non l'hanno fatto, quindi logicamente non li ho visti.
Stamattina verso le nove io non ho notato che sul mio quadro mancavano i voti.
E chiedendo, non ho scoperto che voleva dire che ero stata rimandata.
Non sono andata poi alla riunione con le prof per farmi dire quale fosse la materia, che non era affatto matematica.
Non passerò luglio a Milano mentre i miei amici cazzeggiano al mare, no.
Tutto questo è solo frutto della mia immaginazione.
Solo frutto della mia immaginazione

sabato 2 giugno 2012

Ho troppo sonno per pensare a un titolo

Pubblico un vecchio post trovato nel limbo delle bozze mai pubblicate, enjoy.
Sono di nuovo qui, insonne, a rotolarmi nella consapevolezza di non avere studiato.
Come posso essere così stupida? Oggi ho recuperato disegno geometrico, okay, ma non è un buon motivo per montarsi la testa. Perchè faccio sempre così?
Per quanto semplice possa essere quello che ho da fare se ho un'ora ci metto un'ora, se ne ho cinque ce ne metto cinque e se ho due giorni me lo dimentico. Fine. E poi mi ritrovo in questa situazione in cui potrei dirmi «Dai, piccola idiota, alza le chiappe e vai a studiare e chissenefrega se è l'una, che tanto hai dormito tutto il pomeriggio» Ma nulla, una nebbia di stanchezza immaginaria mi cade addosso.
Sono l'unica persona al mondo ad avere la stanchezza selettiva?
Sto allegramente cazzeggiando con qualche gioco succhiavitasociale (del tipo minecraft, che deve capire capisca) quando il demone della responsabilità si impossessa di me, io con fierezza mi dirigo verso il tavolo, apro il libro di matematica e ci crollo sopra, per poi rinvenire immediatamente appena faccio qualcos'altro. Odioso.
Si, la matematica, come concetto generale, è uno dei peggiori spiriti malvagi della mia religione, tipo setta satanica. E' il grande capo di un'organizzazione di piccoli oggetti maligni come compassi, righelli e goniometri, mentre quelle povere anime delle calcolatrici che in realtà cercano di alleviarci la sofferenza stanno mettendo su una ribellione.
Si, se non sapete di cosa sto parlando vi starete chiedendo che tipo di problema abbia.
Ma questo non è importante quanto gli inquietanti rumori che vengono dalla finestra, che ocazzosonotipoledue mi stanno terrorizzando, ora vado a brandire una mazza da baseball e difendermi dal male.

mercoledì 9 maggio 2012

Oggetti posseduti da anime nomadi

E' che la vita ce l'ha con me, è palese. Ha continuato con le sue frecciatine da quando ho messo piede al mondo, ma dopo ieri me ne sono finalmente resa conto.
Metrò.
Sei e mezza.
Macchinetta delle merendine.
Compongo il 34 sul tastierino, chiedendo un kit kat.
La macchinetta mi sputa fuori una bottiglietta d'acqua.
Questo, cari miei, è un modo scortese e crudele di farmi notare che sono grassa. E non fare finta di non averlo fatto apposta, vita, che le macchinette non possono sbagliare, quindi l'hai manomessa senz'altro tu.
 - Illuminazione -
Avete presente quelle religioni animistiche praticate da strereotipati selvaggi (stereotipati da me, ce li ho già in testa mentre venerano qualche strano oggetto magico del tipo un micronde) secondo il quale in ogni oggetto c'è un anima, maligna o benigna che sia?
Mi sono appena mentalmente convertita all'animismo.
Da qualche parte, seduto tra le nuvole, il Grande Demone Celeste (chi deve capire capisca) ha mandato degli spiriti a impossessarsi degli oggetti di uso comune. Ad esempio radiosveglie, tram che passano quando sei troppo lontana per arrivare correndo, tostapane e macchinette delle merendine sono chiaramente spiriti malvagi, che sotto al loro aspetto innocuo sono costantemente in agguato per rovinare le nostre vite.
Mi sento a un passo dal mio debutto in campo religioso, diverrò una nuova Gesù moderna della mia fede inventata da cinque minuti.
Prometto che farò approfondite ricerche e vi informerò quando avrò scoperto se gli oggetti che usate tutti i giorni e tramano alle vostre spalle sono entità buone o maligne.
Intanto non fidatevi delle panche, nessuna capra approverebbe.

lunedì 30 aprile 2012

Insonnia e pillole di imbarazzo

Sono qui a rigirarmi nel letto e a riempirmi di seghe mentali.
Tutta colpa dell'appendicite.
Se non sapessi della sua esistenza e non fossi così drammaticamente ipocondriaca non me ne starei circa una volta al mese a crogiolarmi nella disperazione dell'essere in punto di morte.
Ma anche avessi l'appendicite, quale sarebbe il problema?
Il problema è che ho il terrore degli aghi, e ho il terrore degli aghi perché non sopporto la vista del sangue. Avete mai pensato a quanto possa essere imbarazzante? Si, sto per raccontarvi degli episodi realmente accaduti, mettetevi comodi.
Immaginate per esempio di essere in prima liceo, in aula magna con tutte le prime, ovvero qualche centinaio di alunni. Immaginate che ci sia in corso una conferenza contro la dipendenza da alcol, tenuta da un dottore. Immaginatevi che le prof abbiano detto all'inizio dell'ora che è molto importante, quindi nessuno potrà alzarsi e tantomeno andare in bagno. Immaginatevi che il dottore stia descrivendo con sadica precisione l'intervento fatto ad un ragazzo che aveva fatto un incidente da ubriaco, immaginate la minuziosa descrizione dello stato dei suoi organi interni.
Ora, immaginate una ragazza con la nausea che esce di corsa dall'aula, con la vista annebbiata sbatte contro un muro e sviene. Davanti alla porta aperta.
...
Mi sarebbe piaciuto andare a vivere in Alaska e allontanarmi per sempre dalla società.
Ma vi assicuro che anche semplicemente farsi un taglietto con la carta e sbiancare come se stessi per morire dissanguata non è affatto piacevole.
Ora che ho avuto la mia razione di sputtanamento giornaliero, ritorno felice alle mie paranoie.
Buonanotte, pirati!

giovedì 19 aprile 2012

Per iniziare con il piede giusto. Forse.

Scrivere un post per inaugurare un nuovo blog non è un'impresa facile!
Mumbleggiavo su msn in compagnia di Francesco (ti ho citato, emozionati!) e mi rendevo conto che non ho nessun minimo motivo per avere un blog, ne tantomeno un argomento di cui parlare.
Ma serve davvero avere qualcosa di cui parlare? 
Certo, idiota. Non cercare scuse.
Inconscio, tornatene nel tuo angolino.
Mi sono resa conto all'improvviso che il mio pù grande problema era il tasto della freccetta in giù che avevo perso, ho ritrovato e si rifiuta categoricamente di riattaccarsi vicino ai suoi compagni.
Poi ho pensato di farci una collana e il problema è slittato in secondo piano, facendo posto alla verifica sull'ingenieria genetica che ho domani, sulla quale tra l'altro sono preparata più o meno quanto lo sono sulla teologia buddista, o sulla dinamica delle relazioni sociali dei paguri israeliani.
E il fatto che io stia qui a decorare un discorso vuoto e privo di significato rende il tutto ancora più patetico.
Probabimente perchè sei patetica
Taci.
Ma vedete, non è colpa mia. E' che mi manca l'ispirazione. Mi manca da quando è partita per il Messico, due anni fa. Diceva che mi avrebbe scritto tutti i giorni. Diceva che mi avrebbe amato per sempre. Diceva che la distanza è solo uno spazio in mezzo, e se ci si vuole bene non conta nulla.
E invece io sono qui a cercarla e ridicolizzarmi, mentre lei assorbe il sole sdraiata su qualche lettino a bordo piscina sorseggiando un mojito.